Sardegna: la scienza premia il nuovo vaccino dell’Izs

La ricercatrice Giovanna Sanna dell'Izs di Sassari - foto Izs di Sassari®Parlare di vaccini per zootecnia agli allevatori non è cosa facile, e non per colpa dei vaccini o di chi li mette a punto, a livello di ricerca, ma piuttosto di chi li ha amministrati male in passato, causando a volte più problemi che altro. Oggi però la notizia arriva dal mondo scientifico, e pare essere di quelle buone: l'Izs (Istituto Zooprofilattico Sperimentale) di Sassari ha infatti annunciato la messa a punto di un nuovo vaccino che aiuterà i pastori a combattere il mycoplasma agalassiae, un microrganismo molto comune, che trova uno dei suoi habitat più idonei nei terreni erbosi, entrando nell'organismo dei ruminanti semplicemente attraverso la catena alimentare.

Ill gruppo di ricercatrici dell'Izs di Sassari con - a destra - la responsabile del Laboratorio di Ricerca e Sviluppo Sebastiana Tola - foto Izs di Sassari®La ricerca, denominata “Determinazione della vitalità del Mycoplasma agalactiae in campioni di latte ovino mediante immunocattura” è stata condotta dalla biotecnologa Giovanna Sanna e dal suo gruppo di lavoro, ed ha già portato all'Izs sardo due importanti riconoscimenti: un premio all'ultimo congresso nazionale della Sipaoc (Società italiana di patologia e allevamento degli ovini e dei caprini) e la prestigiosa pubblicazione sul "Journal of Applied Microbiology".

Lo studio, durato un anno, è stato finanziato dal ministero della Salute con i fondi riservati alla ricerca corrente, e rappresenta – assicurano all'Izs – "un enorme passo in avanti, a vantaggio degli allevatori e del benessere animale".

Ma partiamo dai meccanismi che portano il mycoplasma agalactiae a provocare l’agalassia contagiosa, malattia che interessa le specie ovina e caprina e che sinora ha rappresentato un grosso problema per gli allevatori, per la perdita di latte e di capi, e per i costi delle terapie. Per contrastarla sarà cruciale una celere diagnosi della malattia, per evitare o limitare il contagio all’interno di un allevamento.

«I micoplasmi», ha spiegato la responsabile del Laboratorio Ricerca e Sviluppo dell'Izs sardo, Sebastiana Tola, «sono microrganismi che crescono lentamente nei terreni colturali e la diagnosi per l’identificazione delle colonie di batteri richiede da una a due settimane», tempi lunghi per pensare di fermare il contagio. «Ecco perché negli anni», ha concluso la Tola, «abbiamo messo a punto un metodo che permette l’individuazione dei micoplasmi vivi e vitali nei campioni di latte e l’amplificazione del loro Dna. Tale metodo è in  grado di fornire la diagnosi della malattia nell’arco di 5 o 6 ore».

«La metodica che abbiamo elaborato», ha precisato la Sanna «consente di riconoscere le proteine dei micoplasmi soltanto quando questi sono vivi». Ad una  piccola quantità di latte vengono aggiunte micro-biglie magnetiche di 40 nanometri alle quali sono stati legati anticorpi che riconoscono specifiche proteine dei batteri. La novità è data dal fatto che il laboratorio di via Vienna è riuscito a produrre questi anticorpi e a legarli alle biglie magnetiche.

Per questa ricerca «l'Izs di Sassari», ha aggiunto il suo direttore generale Antonello Usai, «ha investito negli ultimi tre anni quattro milioni e mezzo di euro, oltre ai finanziamenti ministeriali. Le numerose pubblicazioni (ottenute negli anni per varie attività, ndr) su riviste scientifiche, nazionali e internazionali, e i numerosi premi assegnati ai nostri giovani ricercatori dimostrano come sia necessario investire in questo campo, individuando ogni possibilità di stabilizzazione di questi giovani ricercatori».

Una buona notizia per pastori e allevatori
Nello studio dei micoplasmi l’Istituto Zooprofilattico di Sassari ha approfondito molto le proprie competenze negli anni proprio nell'ambito dei piccoli ruminanti, ricavandone una vera e propria specializzazione che ne fa oggi uno dei centri di eccellenza internazionali e il punto di riferimento nel bacino del Mediterraneo.

Per debellare la agalassia contagiosa dagli allevamenti, l’istituto ha messo in produzione un vaccino specifico che verrà fornito gratuitamente agli allevatori (i costi sono a carico della Regione Sardegna) in caso di focolaio della malattia. Speriamo vivamente che chi dovrà amministrare questo prodotto riesca ora a gestirlo al meglio.

Per completezza di cronaca, il gruppo di lavoro è stato composto dalle ricercatrici Grazia Cillara, Marisa Fusco, Carla Longheu, Maria Giovanna Manca, Maria Rosa Nives.

Agalassia contagiosa – scheda tecnica
È una malattia contagiosa che può colpire le specie caprina e ovina ed è causata da Mycoplasma agalactiae. Altri micoplasmi (M. capricolum subsp. capricolum, M. mycoides subsp. capri e M. putrefaciens) sono responsabili di una malattia simile, che colpisce prevalentemente le capre e può essere accompagnata da polmonite. Nel 2012 sono stati segnalati in Italia 93 focolai (81 in soggetti ovini, 12 in caprini) di agalassia contagiosa causata da Mycoplasma agalactiae, con un incremento del 21% negli ovini (433 allevamenti controllati) e del 17% nei caprini (54 allevamenti controllati), all'interno degli allevamenti positivi alla agalassia contagiosa.

13 ottobre 2014

Per informazioni:
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