Israele: la sanità del latte è ora alla portata del Terzo Mondo

Il dottor Alexander Golberg della Tel Aviv University - foto Alexander Golberg©La pastorizzazione potrebbe non essere d'ora in avanti l'unica tecnica per sanificare e conservare integro il latte alimentare. Lo afferma un recente studio pubblicato dalla rivista scientifica "Tecnology", firmato dal dottor Alexander Golberg della Tel Aviv University, e basato sulla tecnologia del campo elettrico pulsato (Idpef, Intermittently Pulsed Electric Fields), in grado di uccidere i batteri che contaminano il latte. La ricerca, che nasce con gli obiettivi di aumentare le garanzie per i consumatori e di ridurre lo spreco di latte nei Paesi in via di sviluppo, punta il dito sugli agenti patogeni che rendono "la sua conservazione problematica laddove spesso non è disponibile l'energia elettrica necessaria per pastorizzare" o per refrigerare dopo la pastorizzazione.

Con il suo lavoro, il dottor Golberg si propone di utilizzare una delle soluzioni tecniche emergenti nel settore dell’industria alimentare – quella dei campi elettrici pulsati, per l'appunto – la cui efficacia contro i microrganismi è stata dimostrata come alternativa non termica al processo di pastorizzazione. A quanto dimostrato dal ricercatore, l’applicazione di impulsi elettrici a intermittenza (emanati con scansioni di micro-secondi) danneggia la membrana delle cellule attraverso un processo definito "elettroporazione irreversibile", grazie a cui è possibile impedire la proliferazione dei batteri nel latte, aumentandone la durata.

"Siamo costantemente alla ricerca di nuove tecnologie a basso costo per la conservazione del latte", sottolinea lo studio, "in particolare per i piccoli agricoltori nei Paesi a basso reddito". Per un miliardo e mezzo di persone la refrigerazione è necessaria dopo la pastorizzazione per prevenire la moltiplicazione dei batteri, e per di più alcuni agenti patogeni – come la Listeria monocytogenes – sono meno sensibili alle basse temperature e possono proliferare durante il trasporto o lo stoccaggio del latte, anche quando esso è raffreddato.

"La refrigerazione", prosegue la ricerca, "rallenta il metabolismo dei batteri ma il campo elettrico pulsato li uccide; si tratta di un approccio completamente diverso per il controllo dei microrganismi durante la conservazione del latte. L’energia necessaria per poter utilizzare questo sistema può essere attinta da fonti convenzionali oppure dalla luce solare".

Il modello messo a punto dal dottor Golberg non richiede una fornitura di energia elettrica costante: può essere alimentato anche per sole cinque ore e mezza al giorno, con l’aiuto di piccoli pannelli solari. Si tratta di una tecnologia in grado di fornire un sistema di conservazione del latte molto semplice e a basso consumo energetico, con cui poter ridurre lo spreco di questo prezioso alimento, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

Con questo studio Israele si conferma tra le nazioni con le più avanzate tecnologie in ambito lattiero-caseario e zootecnico, a cui il mondo guarda per migliorare la propria produttività casearia. Golberg starebbe ora valutando alcune possibilità di partnership con realtà straniere, soprattutto con quelle interessate ad operare per la riduzione dei rifiuti alimentari e per aumentare il reddito dei piccoli produttori.

8 giugno 2015

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