Per i comuni mortali è un fenomeno forse non tanto percepito. Stiamo parlando di una delle nuove tendenze in materia di benessere, o per meglio dire di quell’idea malata di benessere molto diffusa tra culturisti e palestrati, secondo cui la “cura” del corpo (dell’estetica, o meglio dell’esteriorità) si costruisce con l’uso di integratori. Qui si aprirebbe un capitolo a parte, che preferiamo tralasciare, che più che altro ha a che fare con le frontiere (e neanche le più affascinanti) della psiche.
Ad ogni modo, mentre una parte del mondo minuscola ma rumorosa – quella dei vegani – dedica tempo ed energie a seminar veleni contro milioni di consumatori di latte, senza sapere che esiste un latte cattivo e uno buono, “loro” – i culturisti – il latte lo consumano, e alla grande. Pur che sia latte umano. Per chi si senta colto di sorpresa da questa triste realtà, esiste una variegata letteratura – ormai – sulla materia, ma basterà dare un’occhiata sul web per rendersi conto che la cosa è tutt’altro che marginale: oltre 33mila risultati con la ricerca di “bodybuilder milk” (e che risultati! basta dare un’occhiata qui e qui!) e addirittura 37mila unendo le due parole, come Google propone di fare (ma qui andiamo oltre l’umanamente immaginabile, e sono cose per stomaci forti!)!
In sostanza esiste un mondo che per quanto “deviato” ha bisogno di qualcuno che lo metta in guardia, che aiuti a correggerne gli errori più a rischio, e ancor più un pubblico di emulatori che magari i muscoli scolpiti non li hanno neanche e che senza una ragione precisa finisce che il latte umano se lo vanno anche a bere. Così, tanto per provare. E sì, perché ormai sembra che si trovi anche quello sul web: venduto illegalmente, senza controlli sanitari, e spesso (nel 93% dei casi) contaminato da pericolosi batteri e ancor peggio vettore di malattie come l’epatite, l’Aids e la sifilide.
A dirlo, anzi a documentarlo, è arrivato uno studio degli scienziati della Queen Mary University di Londra, pubblicato dal Journal of Royal Society of Medicine e di cui ha dato notizia giovedì scorso il sito web dell’università inglese (leggi qui). Tutto si baserebbe sulle caratteristiche uniche che solo il latte materno ha, ma per i propri bambini in fase di svezzamento, s’intende! Uno dei più grossi equivoci nati nel mondo del web e su cui qualcuno ha di sicuro speculato rischia di compromettere la salute di ignari quanto sciocchi consumatori. E di qualche disperato malato di cancro, giusto perché a circolare sarebbero anche voci su più che improbabili proprietà antitumorali.
La dottoressa Sarah Steele, responsabile del gruppo di ricerca, è categorica: dal punto di vista «nutrizionale», spiega la Steele, «nel latte materno ci sono meno proteine rispetto ad altri tipi di latte come il latte vaccino. I potenziali acquirenti devono essere consapevoli che non esiste alcuna prova scientifica che il consumo di latte umano da parte di adulti offra qualcosa in più rispetto ad un semplice effetto placebo. Inoltre, il latte materno è potenzialmente molto pericoloso se utilizzato per sostituire una dieta sana ed equilibrata». E pensare che «In Gran Bretagna», aggiunge la Steele, «si vendono gelati fatti con latte umano, mentre un’azienda Usa commercializza lecca-lecca al sapore di latte materno. Ci sono inoltre decine di siti che offrono il latte già pronto, da bere».
Da notare che le inadeguate capacità disponibili in ambiente domestico, di operare in una dimensione realmente decontaminata per estrarre e confezionare il latte umano, possono esporre i consumatori a malattie di origine batterica, né più né meno di quanto accada con qualsiasi altro latte crudo. Gli autori della ricerca lanciano un pubblico appello agli operatori del mondo sanitario e alle autorità preposte al controllo e alla salvaguardia della salute pubblica: “che si faccia qualcosa di concreto, ora e subito, per contrastare l’acquisto (ma forse anche la vendita!, ndr) di latte umano da fonti internet” tanto per questi adulti “deviati” quando per i lattanti di mamme altamente disinformate e superficiali.
22 giugno 2015