L’Ue apre agli Ogm, tra concessioni ufficiali e accordi sottobanco

Soia Ogm - ph. J. White - CCL License©L’Unione Europea cede sotto la spinta oscura del biotech agricolo, per garantire alla multinazionali degli Ogm terreno libero per un’espansione senza precedenti, anche laddove sinora il transgenico ha trovato l’opposizione di alcuni Stati membri, determinati a rappresentare le preoccupazioni dei propri cittadini. Sono le legittime conclusioni che si possono avanzare nell’apprendere che la Commissione Agricoltura dell’Ue ha recentemente votato (ventotto a favore, sei astenuti e otto contrari), opponendosi al diritto degli singoli Paesi di vietare sul proprio territorio cibi e mangimi Ogm autorizzati da Bruxelles.

L’organismo agricolo del Parlamento europeo ha così respinto il progetto di direttiva proposto dalla Commissione nello scorso aprile: secondo gli analisti, il senso della decisione presa dagli eurodeputati seguirebbe la logica secondo cui gli specifici divieti nazionali potrebbero falsare la concorrenza nel mercato unico dell’Ue e mettere a repentaglio alcuni comparti agroalimentari dell’Unione. Tra questi quello zootecnico, fortemente condizionato dalle importazioni di mangimi Ogm. La questione resta però ancora aperta, in attesa che la Commissione Ambiente dell’Ue – incaricata di occuparsi della cosa –  si pronunci, attraverso una pari votazione, in programma per lunedì 12 ottobre. 

Tra i tanti pareri che guardano in una direzione unica (Ogm sì, prevalentemente mais e soia) o verso il suo contrario (Ogm no, quale che sia), l’unica voce che appare degna di attenzione è quella del verde José Bové, che sottolinea la necessità di «rilanciare colture proteiche alternative, locali e non transgeniche», per far sì che «gli allevamenti non dipendano più da importazioni massicce di soia transgenica».

Accordi sottobanco
Sul medesimo argomento, giovedì scorso 3 settembre, il sito web “rinnovabili.it” ha denunciato attraverso l’articolo “Bruxelles vuole indebolire i controlli sugli Ogm importati”, che la Commissione Europea starebbe per chinare il capo davanti alle pressioni delle multinazionali del bioteh, riducendo i controlli sulla sanità e sulla sicurezza delle colture Ogm importate. A detta di tale sito web, ciò sarebbe evidente grazie alla lettura di un carteggio in possesso dell’associazione “Friends of the Earth Europe”, che di recente ha pubblicato una lettera di Bernhard Url (leggi qui), direttore esecutivo dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) indirizzata a Ladislav Miko, numero uno della Dg Sante (Direzione Generale Salute e Consumatori) dell’Ue.

La missiva conterrebbe una risposta dell’Efsa alla seguente richiesta della Commissione: “è possibile aggirare i controlli di sicurezza alimentare in caso di importazioni di prodotti contaminati da Ogm?” Nel linguaggio “burocratese” tipico delle istituzioni europee, la lettera lascerebbe intravedere la concessione del mandato con cui l’Ue garantirebbe all’Efsa la “possibile deroga rispetto ai requisiti attuali”, necessari all’approvazione di alimenti e mangimi con bassi livelli di Ogm.

Al momento, com’è noto, le importazioni di alimenti contenenti tracce di transgenico non autorizzato dall’Ue sono vietate: la normativa vigente consente al massimo una presenza di Ogm pari allo 0,9%, relativamente alle colture autorizzate da Bruxelles. A detta di “Friends of the Earth”, se la normativa sui controlli verrà indebolita, i mangimi e gli alimenti destinati al consumo umano potrebbero subire anche la contaminazione (sempre sino allo 0,9%) anche da parte di organismi non autorizzati in Europa. Senza però che questo venga obbligatoriamente indicato in etichetta.

7 settembre 2015

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