Grassi trans? Il British Medical Journal li boccia. Ok i saturi

Giungono nuove conferme alle tesi scientifiche che scagionano gli acidi grassi animali saturi(1), che – a differenza di quanto il mondo della ricerca ha affermato negli ultimi quarant'anni – non influenzano i valori di colesterolo nel sangue, e non concorrono alla formazione di depositi di grasso sulle pareti delle arterie. «Latte, burro, formaggi, lardo, pancetta e altri grassi animali non sarebbero da demonizzare più di tanto in riferimento alle malattie cardiovascolari». Lo ha detto Andrea Poli, presidente della Nfi (Nutrition Foundation of Italy), commentando i risultati di uno studio canadese(2) pubblicato di recente sul sito web del British Medical Journal.

La ricerca in questione è una metanalisi, grazie a cui sono stati messi a confronto i risultati di ben cinquanta studi osservazioni. L'esito finale del lavoro ha scagionato totalmente «gli acidi grassi saturi, assolvendoli», ha aggiunto Poli, «dall'accusa di essere associati ad un incremento del rischio di morte o a malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2». Alcuni studi sembrano anzi dirci che i grassi saturi sono in grado di aumentare i livelli di colesterolo Hdl (quello cosiddetto "buono", cioè protettivo) e di modificare la tipologia del colesterolo Ldl (il "cattivo") verso la sua sottofrazione leggera e lanuginosa, non correlata a rischio di ictus e infarto.

Lo studio ha poi emesso una sentenza di colpevolezza nei confronti dei cosiddetti "acidi grassi trans", vale a dire gli acidi grassi insaturi "idrogenati", come le margarine (presenti in larga parte dei prodotti industriali), oltre alle fritture con oli scaldati oltre il punto di fumo.

Se da un lato i "saturi" vengono finalmente scagionati dalle "accuse" che ne hanno avvolto l'immagine a partire dagli anni Settanta, dall'altro i "trans" risultano associati ad un aumento di mortalità pari al 28% per malattie coronariche, del 21% per quelle cardiovascolari e del 34% per varie altre cause.

«Questo non significa», ha commentato Poli, «che possiamo mangiare tutto il burro che vogliamo, perché gli effetti positivi sulla salute sono sempre prodotti dagli acidi grassi insaturi» come quelli contenuti nell'olio extravergine d'oliva, nel pesce, nella frutta secca e nei prodotti di origine animale, laddove questi siano allevati prevalentemente al pascolo.

«Certo», ha proseguito Poli, «possiamo togliere un po' il freno sui "saturi", soprattutto su quelli del latte e del formaggio, e sbarrare la porta ai "trans", accelerando invece sugli acidi grassi insaturi».

Al contempo, la ricerca ha messo in luce anche l'apporto nutrizionale dei polifenoli, sostanze naturali che svolgono una preziosa azione antiossidante. Secondo il presidente della Nfi «dovremmo cercarli ovunque si trovino: nel caffè, nella cioccolata amara, nella frutta secca, nei frutti rossi e anche nell'olio extravergine di oliva». A proposito di quest'ultimo, Poli si lancia in un prezioso suggerimento: «I polifenoli sono amari, quindi gli oli extravergine che hanno un gusto più marcatamente amarognolo sono quelli che ne contengono di più». E allora, non facciamocelo mancare!

28 settembre 2015


(1) I grassi saturi, comunque, non sono tutti uguali: quelli a lunga catena (acido miristico e palmitico) sono pericolosi per la salute perché hanno un effetto aterosclerotico dimostrato; sono contenuti in olio di palma, di soia, di cotone e altri grassi vegetali (ma non certamente nel nostro olio extravergine!), ampiamente utilizzati dall’industria alimentare per via del basso costo. Leggete le etichette nutrizionali: i “grassi vegetali” sono nascosti ovunque (e qualora fosse specificato che non sono idrogenati è un pregio). Viceversa, i grassi saturi a corta catena sono antinfiammatori (utili in particolare a chi soffre di patologie infiammatorie croniche intestinali, come il morbo di Crohn) e – udite! – sono in grado di stimolare la lipolisi, ossia l’ossidazione dei grassi, che permette il dimagrimento. (dal nostro articolo "Grassi animali? Tutta la vita, a parte che gli erbivori mangino l'erba (e il buon fieno)" della dottoressa Arianna Rossoni. Per leggerlo clicca qui


(2) 
"Intake of saturated and trans unsaturated fatty acids and risk of all cause mortality, cardiovascular disease, and type 2 diabetes: systematic review and meta-analysis of observational studies"