Oltre al cioccolato anche la pizza e il formaggio creerebbero "dipendenza", con meccanismi affini a quelli legati alle sostanze stupefacenti. Lo ha reso noto uno studio coordinato dalla University of Michigan (Dipartimenti di Psicologia e di Medicina) pubblicato la scorsa settimana sulla rivista scientifica online Plos One. I ricercatori statunitensi hanno infatti scoperto che alcune sostanze tra cui la caseina agirebbero sui recettori oppioidi del cervello, rendendo determinati cibi, formaggio in testa, tra i più "coinvolgenti".
Gli studiosi hanno concentrato l'attenzione su alcuni alimenti rispetto ai quali i consumatori avrebbero un comportamento analogo a quello dei tossicodipendenti. Attraverso le risposte di cinquecento persone, raccolte grazie a questionari distribuiti in alcuni ambienti studenteschi, gli studiosi hanno ad esempio scoperto che in genere la pizza è uno di questi, e che lo è quando nei suoi ingredienti è presente il formaggio.
Le persone a cui il questionario è stato sottoposto hanno stilato una ad una le proprie preferenze, indicando gli alimenti più "coinvolgenti" tra i trentacinque elencati. Tirate le somme, si nota che in cima alla lista c'è la pizza, seguita dal cioccolato e dal formaggio. Gli autori dello studio hanno ipotizzato che – tra i vari formaggi – ad "attrarre" maggiormente i consumatori siano quelli co una percentuale maggiore di grassi.
Per ciò che concerne i meccanismi di questa curiosa "dipendenza", l'attenzione degli studiosi è andata alla caseina contenuta in essi, che viene scissa durante la digestione, rilasciando una serie di oppiacei chiamati casomorfine. Quando si mangia il formaggio vengono rilasciate grandi quantità di queste sostanze, responsabili della cosiddetta "gratificazione" che questo tipo di alimento è in grado di offrire. Secondo i ricercatori, è per questo che risulterebbe difficile resistere al formaggio e agli alimenti che lo contengono.
Gli studi proseguiranno per riuscire a capire esattamente come le casomorfine colpiscano il cervello e quali meccanismi siano alla base di questa sorte di dipendenza.
Nel frattempo, al di là delle speculazioni che già stanno prendendo piede attorno a questa ricerca (in primis da parte dei vegani), gli studiosi della University of Michigan hanno ricordato le non poche pubblicazioni scientifiche che negli ultimi tempi hanno sottolineato il ruolo positivo dei derivati del latte nel contrasto del diabete e della pressione sanguigna elevata.
26 ottobre 2015