A darne notizia al pubblico della rete, giorni fa, è stato il sito web Il Fatto Alimentare, a cui va reso il merito di aver segnalato la cosa, anche se in maniera poco approfondita. In sostanza, la sicurezza dell'etossichina (E324), antiossidante di sintesi largamente usato nella produzione dei mangimi (e anche per evitare la combustione spontanea della farina di pesce durante il trasporto via mare), non sarebbe ancora nota, eppure tutti i mangimifici la starebbero usando. La notizia, a guardar bene, origina da una fonte recente che risale al 18 novembre scorso, data in cui il sito web dell'Efsa (European Food Safety Authority) aveva ufficializzato che i test sulla sicurezza del prodotto non avevano portato ad alcuna conclusione certa.
"L'Efsa", aveva comunicato poco più di un mese fa l'ente in via ufficiale, "non è riuscita a trarre conclusioni sulla sicurezza dell'etossichina usata come additivo nell’alimentazione degli animali, né sulla sua sicurezza per i consumatori e l'ambiente. Ciò è dovuto a una complessiva carenza dei dati necessari per valutare la sicurezza della sostanza, compresi i suoi metaboliti, e alla presenza di un’impurità (la p-fenetidina), che è un possibile mutageno". Per quanto concerne i suoi metaboliti, non si esclude che uno di essi, l’etossichina-chinone-immina, potrebbe essere genotossico, potendo danneggiare il Dna umano e animale.
Oltre a tali risultanze e anche in assenza dell’impurità p-fenetidina, l'Efsa ha dichiarato di aver individuato delle notevoli lacune nei dati, nel corso della valutazione sull'esposizione e la sicurezza dell’etossichina per gli animali, i consumatori e l'ambiente. Le indagini sono state eseguite nel contesto della procedura di valutazione ex-novo, in corso su tutti gli additivi per i mangimi autorizzati in passato ai sensi della normativa precedente. Ai sensi del regolamento Ce 1831/2003 l'agenzia europea per la sicurezza alimentare dovrà valutare di nuovo il grado di sicurezza dell’additivo per gli animali, per i consumatori, per gli utilizzatori finali e per l'ambiente.
Ad ogni modo, va rilevato che la storia non è poi tanto nuova, in quanto già negli anni scorsi e per gli stessi motivi per cui ora si dubita del suo uso nella mangimistica, il prodotto fu escluso dall'elenco dei fitofarmaci "antiriscaldo" ammessi dall'Ue, largamente utilizzati sino ad allora nella conservazione di pere e mele. L'etossichina inoltre è considerato un potenziale irritante per gli occhi e le altre mucose e un "sensibilizzante" della pelle.
Per chi voglia approfondire, sul sito web dell'Efsa è disponibile una breve introduzione scientifica al prodotto, alla sua sicurezza ed efficacia, raggiungibile cliccando qui e intitolata "Safety and efficacy of ethoxyquin (6-ethoxy-1,2-dihydro-2,2,4-trimethylquinoline) for all animal species"
L'Efsa autorizza due mais Ogm
Sempre sul fronte dei mangimi per animali, è notizia di queste ore che la stessa Efsa ha autorizzato l'utilizzo dei mais Ogm MON87427 e NK603xT25, destinati alla mangimistica per gli animali da reddito. Tutti buoni motivi per preferire sempre e comunque latte, carni e derivati di animali prevalentemente alimentari ad erba e fieno.
7 dicembre 2015