Il latte favorisce il sonno. Quella che sembra essere solo una credenza delle nostre nonne, ha dei saldi fondamenti scientifici, visto che il triptofano e la melatonina che vi sono contenuti hanno il potere di indurre l'assopimento (il primo) e di regolare il ciclo sonno-veglia (la seconda). Ad aggiungere nuovi elementi a tutto ciò, è arrivato, nei giorni scorsi, un articolo scientifico pubblicato dal mensile "Journal of Medicinal Food" che riporta i risultati di una ricerca che mette a confronto la composizione del latte comunemente munto durante il giorno con del latte munto di notte (+24% di triptofano; 10 volte in più di melatonina).
Lo studio ha permesso di valutare le proprietà psicofarmacologiche del "night milk", la sua capacità di favorire e di incidere positivamente sulla qualità del sonno e i suoi effetti ansiolitici. Una parte dei topi è stata alimentata con il latte munto di notte, un'altra con quello comunemente munto di giorno, mentre altri ancora hanno bevuto semplicemente acqua.
La ricerca è stata condotta su topi Icr (Imprinting Control Region), a cui il latte è stato somministrato in vari dosaggi (100, 200, o 300 mg/kg): ad un'ora dall'assunzione dei due latti (e dell'acqua) sono state condotte sia le prove sull'effetto sedativo (in campo aperto e con il rotarod, qui nella foto) sia sugli effetti sul sonno. Inoltre sono stati valutati gli effetti sul comportamento ansioso e misurate le onde elettroencefalografiche.
I topi trattati con latte munto di notte sono risultati nel complesso meno ansiosi e molto meno attivi degli altri. In essi sono stato riscontrati una limitata locomozione spontanea (test in campo aperto) e una riduzione dei disturbi dell'equilibrio e del coordinamento motorio. Oltre a questo, sono stati osservati anche una riduzione dell'insorgenza del sonno e il prolungamento del sonno indotto da sodio pentobarbital. «Tutti effetti», hanno sottolineato gli autori dello studio, «paragonabili a quelli del diazepam», psicofarmaco appartenente alla famiglia delle benzodiazepine.
In sostanza, il night milk avrebbe anche effetti ansiolitici e andrebbe considerato come un buon aiuto naturale per migliorare il sonno e per mitigare i disturbi legati all'ansia. Una ricerca interessante, certo, ma che rischia di rimanere un mero esercizio teorico, visto che un latte del genere – a quanto ci è dato sapere – non è disponibile sul mercato.
L'articolo originale (in lingua inglese), per chi non avesse già cliccato sul link in alto, è raggiungibile da qui.
14 dicembre 2015
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Qualcuno (foto qui in basso) di notte munge, e lo racconta nel suo blog, Friendlypastures.com