L’insonnia si cura col latte. A patto che sia munto di notte

La copertina di ''No Moon No Milk'' di Chris Babcock ben si presta ad illustrare questa notiziaIl latte favorisce il sonno. Quella che sembra essere solo una credenza delle nostre nonne, ha dei saldi fondamenti scientifici, visto che il triptofano e la melatonina che vi sono contenuti hanno il potere di indurre l'assopimento (il primo) e di regolare il ciclo sonno-veglia (la seconda). Ad aggiungere nuovi elementi a tutto ciò, è arrivato, nei giorni scorsi, un articolo scientifico pubblicato dal mensile "Journal of Medicinal Food" che riporta i risultati di una ricerca che mette a confronto la composizione del latte comunemente munto durante il giorno con del latte munto di notte (+24% di triptofano; 10 volte in più di melatonina).

Lo studio ha permesso di valutare le proprietà psicofarmacologiche del "night milk", la sua capacità di favorire e di incidere positivamente sulla qualità del sonno e i suoi effetti ansiolitici. Una parte dei topi è stata alimentata con il latte munto di notte, un'altra con quello comunemente munto di giorno, mentre altri ancora hanno bevuto semplicemente acqua.

Il test al rotarod - immagine dal canale You Tube di June Bryan dela Pena©La ricerca è stata condotta su topi Icr (Imprinting Control Region), a cui il latte è stato somministrato in vari dosaggi (100, 200, o 300 mg/kg): ad un'ora dall'assunzione dei due latti (e dell'acqua) sono state condotte sia le prove sull'effetto sedativo (in campo aperto e con il rotarod, qui nella foto) sia sugli effetti sul sonno. Inoltre sono stati valutati gli effetti sul comportamento ansioso e misurate le onde elettroencefalografiche.

La frequenza di cadute dei topolini dal rotarod: a sinistra gli effetti del latte munto di notteI topi trattati con latte munto di notte sono risultati nel complesso meno ansiosi e molto meno attivi degli altri. In essi sono stato riscontrati una limitata locomozione spontanea (test in campo aperto) e una riduzione dei disturbi dell'equilibrio e del coordinamento motorio. Oltre a questo, sono stati osservati anche una riduzione dell'insorgenza del sonno e il prolungamento del sonno indotto da sodio pentobarbital. «Tutti effetti», hanno sottolineato gli autori dello studio, «paragonabili a quelli del diazepam», psicofarmaco appartenente alla famiglia delle benzodiazepine.

A guardar bene sul web, qualcuno che si ingegna a mungere di notte c'è. E lo racconta anche sul suo blog ''Friendlypastures''In sostanza, il night milk avrebbe anche effetti ansiolitici e andrebbe considerato come un buon aiuto naturale per migliorare il sonno e per mitigare i disturbi legati all'ansia. Una ricerca interessante, certo, ma che rischia di rimanere un mero esercizio teorico, visto che un latte del genere – a quanto ci è dato sapere – non è disponibile sul mercato.

L'articolo originale (in lingua inglese), per chi non avesse già cliccato sul link in alto, è raggiungibile da qui.

14 dicembre 2015

Il libro "No Moon No Milk" di Chris Babcock, da cui è tratta l'immagine di apertura, è acquistabile cliccando qui

Qualcuno (foto qui in basso) di notte munge, e lo racconta nel suo blog, Friendlypastures.com