Il benessere degli ovicaprini e l'alto valore nutrizionale del cardo selvatico sono al centro della ricerca che ha portato la società "Animal New Tech", spin-off dell'Università degli Studi di Sassari, a ottenere la nomination al "SetteGreen Awards 2015", competizione scientifica promossa dalla redazione di Sette, il periodico allegato al Corriere della Sera del venerdì.
La ricerca sulle proprietà del cardo (cynara cardunculus) condotta nell'ultimo decennio all'interno dell'ateneo sassarese – e proseguita di recente dall'azienda, in collaborazione con la Matrìca (gruppo Eni Novamont) di Porto Torres – è parte delle attività sviluppata nell'ambito dell'aridocoltura, fronte strategico delle nuove soluzioni per l'economia agricola del Mediterraneo. Gli esperimenti sin qui condotti dai ricercatori sono finalizzati a generare diversi prodotti chimici naturali (biochemicals, biointermedi, monomeri per la produzione di bioplastiche, bioadditivi per gomme) a partire da materie prime agricole e da scarti vegetali.
I co-prodotti che Animal New Tech ha analizzato e testato sono tre: i semi interi di cardo non Ogm (Cynara cardunculus), ricchi di grassi (28.5% del loro peso) e di proteine (circa il 19%), il panello di cardo, il residuo del seme dopo l'estrazione dei grassi, ottenuta per compressione meccanica (ne trattiene ancora il 5%), la farina di estrazione di cardo, totalmente priva di grassi e ricca di proteine (30% del peso). A presentare quest'ultimo prodotto, attraverso il sito dell'Università di Sassari, è Antonello Cannas, capo-progetto di questa ricerca e professore ordinario di Nutrizione e alimentazione animale del Dipartimento di Agraria: «È una farina», esordisce Cannas, «ottima per la nutrizione dei ruminanti, per via di un buon profilo aminoacidico e poiché le proteine arrivano in gran parte integre a livello intestinale, dove vengono digerite. Poche altre fonti proteiche vegetali in natura hanno le stesse caratteristiche». La farina di girasole, largamente usata, tanto per fare un esempio, ne ha un terzo in meno (20%).
"Animal New Tech" è l'unico spin off partecipato – e non solo sostenuto – dall'Università di Sassari. Il gruppo di ricerca guidato da professor Antonello Cannas è composto inoltre da Giuseppe Pulina, professore ordinario di Zootecnica speciale, Roberto Rubattu, perito chimico e direttore del laboratorio della Sezione di Scienze Zootecniche del Dipartimento di Agraria e da Fabio Correddu, dottore di ricerca, laureato in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche.
I dottori Giovanna Buffa, agronoma e Giuseppe Garau, medico veterinario, hanno condotto la prova sperimentale per stimare la digeribilità, su pecore in asciutta di razza sarda, dei semi, del panello e della farina di estrazione di cardo. La prova è stata effettuata nell’azienda, situata nella Nurra di Sassari, di proprietà di Battista Cualbu, presidente regionale della Coldiretti.
Si attende ora che i risultati raggiunti dalla "Animal New Tech" vengano messi a disposizione dei piccoli e medi imprenditori che puntano all'ecosostenibilità delle loro aziende, al vero benessere animale e alle produzioni di qualità reale.
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