Sono diversi anni che l'Università del Michigan studia un conservante naturale, la nisina, e la sua capacità di contrastare lo sviluppo dei tumori. Una recente ricerca, intitolata "Biomedical Application of Nisin", pubblicata dal Journal of Applied Microbiology, ha confermato infatti che la nisina, peptide che si sviluppa dal batterio lactococcus lactis, è addirittura in grado di uccidere il 70-80% delle cellule tumorali. Negli esperimenti condotti dall'università statunitense è stato evidenziato che tumori di almeno nove settimane – trattati per nove settimane con quel conservante – apparivano come se si fossero sviluppati da appena tre settimane.
La sperimentazione è stata condotta su topi da laboratorio con tumori alla testa e nella bocca. All'alimentazione delle cavie è stata aggiunta quotidianamente della nisina in polvere nella misura di 0,25-37,5mg per chilo di peso corporeo per pasto, il che equivale a dire che i ricercatori dovranno ancora lavorare – e sodo – per giungere ad un'auspicabile applicazione sugli esseri umani. Questo perché a tali dosaggi un individuo adulto dovrebbe ingerire quantità di conservante ritenute eccessive dagli stessi studiosi. La strada della ricerca sarà ancora lunga, complessa e al tempo stesso affascinante.
Nel frattempo, incontrando la stampa, uno dei ricercatori, la dottoressa Yvonne L. Kapila, si è dichiarata «estremamente soddisfatta in quanto dallo studio è emersa anche una spiccata attività antibatterica della nisina, efficace persino su batteri spiccatamente antibiotico-resistenti, quali il temutissimo Mrsa» (staphylococcus aureus, resistente alla meticillina).
Nella fattispecie, lo studio dell'università statunitense ha approfondito l'applicabilità delle terapie a base di nisina relativamente a cancro e infezioni della pelle, del sistema respiratorio, dell'addome e della cavità orale. Chi fosse interessato ad approfondire, potrà consultare l'abstract dello studio, cliccando qui, o l'articolo integrale, scaricabarile da qui (entrambi in lingua inglese).
18 gennaio 2016