Stop alle biomasse di Paestum: firma anche tu la petizione!

    A fine novembre in molti avevano gridato vittoria (e tra quelli anche noi) a seguito del parere negativo espresso dal Ministero dei beni e delle attività culturali (Mibac) nei confronti del progetto che prevede l'impianto di una centrale a biomasse nel Comune di Capaccio, in provincia di Salerno. Un comune che ospita, tra gli altri, beni come il sito archeologico di Paestum, visitato ogni anno da un'infinità di turisti, italiani e stranieri, attratti anche dalla qualità del mare (Capaccio è Bandiera Blu 2015). Ma anche e soprattutto un territorio in cui sorgono una gran quantità di alberghi e ristoranti che di turismo vivono e molti allevamenti, caseifici e aziende agricoledi eccellenza, impegnati nella produzione dei due gioielli gastronomici del territorio: la Mozzarella di Bufala Campana Dop e il Carciofo di Paestum Igp.

Purtroppo, a meno di due mesi da quella notizia, si viene a sapere che l'insidia è ancora concreta, dopo il recente via libera del Consiglio dei Ministri, giunto nei giorni scorsi, nonostante i numerosi e autorevoli pareri negativi espressi dalle Amministrazioni del Comune di Capaccio e dei Comuni limitrofi, dalla Provincia e dall'Azienda Sanitaria Locale di Salerno, dalla locale Associazione dei Medici di Famiglia, oltre che dal Mibac.

Una nota di segno positivo, per fortuna arriva, ed arriva dalla gente, dalla società civile, da chi rifiuta di dover convivere con i problemi, e che si oppone all'inaudito "ok" del Governo. Gente che non accetta un simile imbarbarimento e si oppone ai danni che ne deriverebbero. Per il bene del territorio, per la salute, per le produzioni agroalimentari, per il turismo e per l'economia locale tutta. La manifestazione più concreta di questa reazione si è già tradotta in una petizione che grida a piena voce "No!" alla centrale a biomasse e che è raggiungibile da qui.

“La decisione del Consiglio dei Ministri", hanno spiegato i promotori dell’iniziativa, "è solo l’ultima tappa di una storia cupa che, purtroppo, affonda le radici nell'imprenditoria selvaggia e nell'inerzia degli organi istituzionali che hanno preferito dare il silenzio-assenso alla costruzione della suddetta centrale”.

“Ma la cosa più rilevante", aggiungono, "è che l’impianto, anziché realizzarsi un una cava dismessa o in una zona industriale, si realizzerebbe proprio a Paestum, patrimonio dell’Unesco e sede di templi greco-romani perfettamente conservati, di prodotti agricoli Dop, di mozzarella di bufala, e con un parco naturalistico tra i più grandi d’Italia”. Con questi argomenti e per per queste ragioni è stata quindi avviata la sottoscrizione “Autateci! Stanno per avvelenare il nostro territorio e distruggere la nostra memoria culturale e generazionale”. L'invito che come Redazione e Direzione di Qualeformagio.it facciamo, a ciascuno di voi lettori, è quello di aderire alla petizione, con una semplice firma, cliccando qui.

18 gennaio 2016