Una recente ricerca scientifica, divulgata martedì scorso e condotta dal team del professor Gilles-Eric Séralini, ha evidenziato gravi conseguenze per la salute di animali alimentati con mangimi a base di organismi geneticamente modificati. Lo studio si è basato su dati raccolti in Germania dal 1998 al 2002, nella fattoria del signor Gottfried Glockner ed ha preso in considerazione la granella di mais Bt176 insilata.
L'unico test tossicologico effettuato prima della commercializzazione fu condotto negli Stati Uniti dalla casa produttrice Novartis (poi Syngenta) alimentando quattro vacche per due settimane. Il prodotto venne avviato al commercio nonostante uno dei quattro animali fosse morto dopo una settimana dall'inizio del test. Nel caso dell'allevatore tedesco, le bovine hanno manifestato astenia, paralisi parziale, problemi ai reni e alle mucose. L'incidenza della mortalità è stata del 10%. Il nuovo studio potrebbe dimostrare che il mais Ogm Bt176 è tossico sul lungo termine.
A detta del professor Gilles-Eric Séralini, i dati mostrano una chiara incidenza: «Le tossine insetticide prodotte per circa il 15% del mais Ogm largamente utilizzato nei cinque Continenti, possono essere tossiche nel lungo periodo, ed essere responsabili di problemi ai reni e alle ghiandole mammarie degli animali: ma questo lo si può vedere solo se si sa esattamente ciò che si fa, su quali animali e sul lungo periodo».
La ricerca, sostenuta dai verdi al Parlamento europeo, è stata tuttavia criticata da Europabio, lobby dell’agroalimentare, che ne ha contestato la validità scientifica, affermando che fino ad ora non esistono prove scientifiche di effetti negativi degli ogm sulla salute animale. Lo studio dell'equipe del professor Seralini è stato pubblicato sullo "Scholarly Journal of Agricultural Sciences" ed è scaricabarile cliccando qui.
1 febbraio 2016
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