Dopo il caso di scorbuto registrato in Spagna alcune settimane fa in un bambino di 11 mesi, alimentato con latte di mandorla, ecco che anche l’Italia degli integralisti che rifiutano le proteine animali ha una propria nuova vittima. Il caso, registrato nel trevigiano, supera ogni limite a cui l’umana immaginazione possa arrivare ed è sintomatico della smisurata inettitudine di certi soggetti, assai più che ideologizzati: profondamente e responsabilmente ignoranti.
La notizia, riferita con grande parsimonia di particolari, è rimbalzata giovedì e venerdì scorsi sulle pagine dei quotidiani della provincia veneta, e ha trovato spazio in qualche trafiletto della stampa nazionale: una bambina di pochi mesi di età, non crescendo né in peso né in altezza, è stata sottoposta alle necessarie indagini cliniche.
Insospettito dall’esito delle stesse, il pediatra della piccola, ha incalzato di domande i genitori che, stando a quanto riferisce il quotidiano La Tribuna di Treviso, avrebbero alla fine dichiarato al pediatra: “Non le diamo il latte al seno, solo una bevanda ottenuta dalla bollitura delle mandorle”.
I due, dichiaratisi vegani, si rifiutavano categoricamente di darle alcun alimento di derivazione animale, e mal interpretando i “dettami” del regime alimentare da loro scelto, avevano escluso sia l’allattamento con il latte materno che il ricorso al latte in polvere per neonati, in quanto a base di latte vaccino.
Dopo aver provato a convincere i due dell’efferatezza della loro scelta e dei serissimi rischi per la salute e per lo sviluppo della loro bambina, il medico ha presentato alle autorità competenti un esposto contro i due. Quale sorte attenderà la piccola una volta dimessa dal nosocomio in cui è ricoverata è facile prevederlo. Ci si augura solo che i servizi sociali si prendano cura se non dei genitori, almeno di lei.
29 febbraio 2016