Lo sanno tutti: le vacche sono abituate a viaggiare: in camion, su distanze brevi (da e verso gli alpeggi) e meno brevi ma anche via nave, come quando dall’Oceania partono per stabilirsi nel Sud o nel Nord America. Ogni giorno, come tante altre “merci”, come altri animali da reddito, le vacche viaggiano, per terra e per mare. A migliaia, percorrendo migliaia di chilometri.
E allora, “se le vacche possono viaggiare da un continente all’altro senza avere mal di mare, perché non impiantare una stalla su una piattaforma galleggiante?” Deve aver pensato questo chi ha proposto e caldeggiato un progetto senza precedenti, che dopo aver vinto le naturali resistenze dell’amministrazione cittadina, ha tenacemente portato avanti un’idea che ora si fa concreta. A fronte della penuria di terreno da destinare all’allevamento, e nella disponibilità di superficie acquea, ecco che il primo allevamento “costiero” di bovine da latte sta per diventare una realtà.
A giocare un ruolo determinante nell’accettazione del progetto è stato un gruppo di ricercatori della Utrecht University, che ha caldeggiato la costruzione, sostenendo proprio la tesi secondo cui le vacche viaggiano in lungo e in largo per il mondo, e che il viaggiare, per terra o per mare che sia, non ha mai comportato loro alcun problema di salute.
La piattaforma, che inizialmente avrà una superficie di 1.200 metri quadrati , verrà realizzata nel complesso portuale Merwedehaven di Rotterdam, in un’area industriale caratterizzata da numerosi corsi d’acqua, con ampie superfici predisposte per ospitare nuove costruzioni. Dopotutto stiamo parlando di un’area geografica in cui lo stesso territorio ha una particolarissima relazione con il mare – o per meglio dire con l’oceano – dal momento in cui larga parte della stessa Rotterdam è alcuni metri sotto il livello del mare. Una moderna città, di oltre 600mila abitanti, protetta da un mirabile sistema di dighe e di argini che rendono questo territorio e le sue infrastrutture un capolavoro dell’ingegneria idraulica e delle costruzioni marittime.
Tornando alle “nostre” vacche, state pur certi che «non accadrà loro nulla di serio», ha assicurato Minke van Wingerden, responsabile della Beladon, azienda specializzata nella progettazione e costruzione di edifici galleggianti sostenibili: «La piattaforma è molto stabile e per chi vi salirà a bordo sarà come essere in crociera». «L’intento», ha proseguito van Wingerden, «è quello di produrre qui il latte destinato alla città di Rotterdam, riducendo il trasporto e la logistica, per salvare l’ambiente dal gas serra».
Il progetto prevede un costo complessivo di 2,5 milioni di euro; la capacità produttiva – con circa 60 vacche – sarà attorno ai 1.500 litri di latte al giorno, che verranno pastorizzati in loco per l’imbottigliamento e per essere trasformati in yogurt e formaggi nel caseificio al piano inferiore della fattoria. Tutto è pronto per l’ufficializzazione: una volta ottenuti i necessari nulla-osta di una speciale commissione tecnica, i lavori prenderanno il via nel corso della prossima estate.
La piattaforma prevede un vero e proprio manto erboso e l’impianto di alberi e arbusti, che usufruiranno del riciclo dell’acqua piovana, dell’uso del letame e di un sistema a led dedicato. Inoltre la piattaforma sarà dotata di un vero e proprio laboratorio high-tech per l’ottimizzazione delle risorse prodotte in loco, per il loro riutilizzo e per la gestione dei rifiuti.
Il progetto prevede una “fase due”, nel caso in cui i risultati dovessero premiare l’audacia dell’iniziativa: la struttura verrà allora ampliata, sino ad ospitare 200 capi – con una produzione giornaliera di 5mila litri di latte – che nei giorni di bassa marea potranno usufruire di un pascolo su terra ferma tramite un piccolo ponte che collegherà la piattaforma alla darsena.
Anche l’aspetto commerciale sarà innovativo: la produzione verrà venduta su due canali principali: attraverso una rete di rivendite locali al dettaglio e tramite distributori automatici, sia di latte che di derivati, porzioni e confezionati. «Sarà un laboratorio vivente», assicurano alla Beladon. «Stiamo innovando e sperimentando un modello innovativo, con un centro di educazione per i cittadini del quartiere e per le scuole. Ci piace mostrare come il cibo fresco e sano può essere prodotto in città».
Oltre alla Beladon, il progetto vede coinvolti l’istituto nazionale di innovazione del settore agricolo e lattiero-caseario “Courage” e l’istituto nazionale per lo sviluppo del mercato agricolo “Uit Je Eigen Stad”.
31 ottobre 2016