L'Associazione Regionale Allevatori della Sardegna ha annunciato all'inizio della scorsa settimana il varo di un programma di autocontrollo dedicato alle aziende zootecniche dell'isola per contrastare l'evoluzione delle principali patologie che interessano le specie ovina e caprina: dalla Visna Maedi (ovini) alla CAEV (caprini) e più in generale le lentivirosi. La novità è stata resa possibile grazie ad un recente accordo che l'associazione ha stretto con il dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Sassari e con l'agenzia regionale Agris.
L'obiettivo dichiarato è quello di modificare l'approccio alle patologie, passando da una sorveglianza passiva ad una sorveglianza attiva, grazie alla pratica dell'autocontrollo sui latti di massa. «Grazie ad un finanziamento del Centro Regionale di Programmazione all'agenzia Agris», ha annunciato il direttore dell'Ara Sardegna Marino Contu, «e su proposta dell'assessore all'Agricoltura Elisabetta Falchi, è stato studiato un programma che metterà sotto la lente d'ingrandimento, tramite le analisi del latte dell'intero gregge, alcuni allevamenti ovini, con il fine di programmare interventi di prevenzione in autocontrollo aziendale». Una volta implementato nella routine, il sistema semplificherebbe gli attuali approcci diagnostici per le patologie in allevamento.
«Ad ogni allevamento», ha spiegato il professor Marco Pittau professore al Dipartimento di Veterinaria dell'Università di Sassari, «verrà analizzato il latte di massa per poter acquisire le informazioni su DNA ed RNA in esso contenuti. Per fare questo ci avvarremo di un importante strumento studiato dal nostro dipartimento e costruito dall'azienda sarda Nurex, che si occupa di biotecnologia: un robot che permetterà un approccio automatizzato nelle indagini che vogliamo compiere».
L'obiettivo dichiarato è quindi quello di acquisire informazioni importanti sulla prevalenze dei lentivirus; accanto al nuovo approccio per il monitoraggio delle patologie, saranno acquisite informazioni sulle caratteristiche genetiche relativamente alla predisposizione o alla resistenza a contrarre le infezioni. «Sarà questo studio», ha sottolineato il ricercatore dell'Agris Antonello Carta, coordinatore scientifico del progetto, «a permetterci di sviluppare un modello di controllo delle malattie fondato sulla selezione genetica, come già realizzato con successo per la scrapie». «Gli allevatori sardi», ha aggiunto Carta, «saranno affiancati da un nuovo metodo di monitoraggio attraverso l'analisi del latte di massa dei capi: avremo così un quadro preciso del "carico" di patologie quali mastiti, paratubercolosi, agalassia contagiosa, border disease, bluetongue, schmallenberg, anaplasmosi e altre malattie».
Quella così annunciata è «un'innovazione senza precedenti», come ha precisato il presidente dell'Ara Sardegna Stefano Sanna, «che da una parte permette ai pastori di migliorare la qualità genetica dei propri allevamenti in relazione alla predisposizione alle malattie, dall'altra permette di certificare il continuo miglioramento della qualità degli allevamenti sardi. Un discorso questo che rispetta pienamente gli obiettivi strategici della pianificazione regionale per lo sviluppo e l'occupazione nel quadro delle raccomandazioni europee».
Tutti obiettivi e propositi che indirizzano le produzioni a filiera intergrale sarda verso le più elevate aspettative dei consumatori sul piano della qualità e della sicurezza dei prodotti lattiero-caseari e carnei. Un punto in più per supportare gli attori del mercato sardo a sostenere la competizione con le materie prime estere, spesso ìmpari sul piano del prezzo. Nel comunicato stampa emesso dall'Ara per presentare questa innovazione si fa infine riferimento ad una dimensione produttiva – quella sarda – che ancora sarebbe legata al pascolo naturale e lontana dalla zootecnia intensiva. A noi piacerebbe molto che davvero così fosse. Ci rallegreremo appieno se qualcuno farà qualcosa di concreto per muovere i necessari passi indietro, al fine di tornare a quella dimensione, per recuperare appieno il "corretto equilibrio tra uomo, animali e ambiente" che l'associazione allevatori dell'isola evoca. Ma che un eccesso di corsa alle iperproduzioni, qui e là, ha negli ultimi anni adombrato.
14 dicembre 2016