La listeria non è un’esclusiva dei formaggi a latte crudo. Qualcuno lo spieghi ai media italiani

Colonia di listeria monocytogenes – foto di James.folsom (Creative Commons License©)

Fare una buona informazione presuppone prima di tutto il dovere di informarsi, senza lasciare nulla al caso né tantomeno mettersi a scrivere basandosi sugli stupidi luoghi comuni che affollano la propria ignoranza. Eppure no, ancora oggi questo accade, e accade ancora una volta in tema di tossinfezioni alimentari, in redazioni in cui mai si penserebbe che ciò potesse accadere.

Ci riferiamo all’ultimo grave caso di listeriosi avvenuto negli Usa, che ha coinvolto sei persone – due delle quali poi morte – a seguito dell’ingestione di formaggio. A riferirne tra gli altri in Italia sono stati i quotidiani web Dissapore e Il Fatto Alimentare, entrambi enfatizzando il fatto che si trattasse di un formaggio a latte crudo, come se la listeria riguardasse solo i formaggi non pastorizzati.

In entrambi gli articoli, la natura del formaggio che ha causato il problema è stata messa in grande risalto sin dai titoli: “Si continua a morire dopo aver mangiato formaggio a latte crudo” quello di Dissapore, e “Stati Uniti: due morti per epidemia di listeriosi causata da formaggio molle prodotto con latte crudo” quello del Fatto Alimentare.

Più in dettaglio l’inadeguatezza degli autori dei due testi a trattare questo tema si apprezza leggendo errori su errori, come quando Cinzia Alfè di Dissapore racconta che questi formaggi sono “apprezzati per il loro sapore pronunciato”, quando le differenze dai formaggi pastorizzati sono di sicuro ben altre: al gusto certamente più complessi (e non pronunciati!) ma soprattutto con un bagaglio di nutrienti che la pastorizzazione cancella, cancellando sia i microrganismi patogeni che quelli utili.

Un articolo farcito di errori l'ultimo di Dissapore su un caso di listeriosiMa non finisce qui: la stessa Alfè, oltre a confondere la lavorazione a latte crudo con “i formaggi a pasta cruda” fa poi un minestrone di problematiche che negli Usa sono diventate un’ossessione per i vertici della Food and Drug Administration: dalle tavole in legno alla qualità dell’acqua, alle calzature sporche: tutto appare mortalmente temibile, oltre che confusionario, sino a definire “meno rigorosi” i regolamenti statunitensi sulla produzione di formaggio, laddove la fobia igienistadella Fda sta facendo più danni ai piccoli produttori a latte crudo di quanti ne abbia fatti Carlo in Francia.

Un poco meno peggio va a Giulia Crepaldi del Fatto Alimentare, che oltre a stigmatizzare l’origine del problema nel titolo (i titoli però sono spesso scritti in redazione) si premura di non danneggiare la reputazione delle grandi Dop, affermando, in chiusura dell’articolo che “Il problema della Listeria non si pone per i formaggi preparati con latte crudo ma sottoposti a lunga stagionatura  tipo grana”. La verità più vera è che il problema della listeria non si pone dopo i 60 giorni dalla caseificazione. Il che scagionerebbe molti più formaggi oltre al Grana Padano e al Parmigiano Reggiano.

Conclusioni
Rimanendo al tema dell’informazione, e sempre riferendoci a questa vicenda, la sorpresa positiva arriva da un sito come MeteoWeb, che – pur non essendo specializzato in agroalimentare – è riuscito a riferire la notizia in maniera più corretta.

A quanti siano giunti a leggere sin qua, ecco il “dono” di una importante chiave di lettura, che la stessa stampa americana ci ha offerto in questi giorni, a confermare che la listeria colpisce anche i formaggi da latte pastorizzato: appena cinque giorni fa 10 tonnellate (un’enormità!) di formaggio fuso per pizza surgelata, sono state ritirate dal mercato negli Stati Uniti, e indovinate un po’ perché? Per la listeria, che – è evidente quindi – vive e si propaga anche attraverso i formaggi pastorizzati e industriali. Gli increduli possono leggere qui e qui.

A chi pensi infine che quest’ultimo sia un caso isolato e straordinario, suggeriamo la lettura di un nostro articolo di qualche tempo fa, intitolato “La listeria colpisce sia i formaggi a latte crudo che i pastorizzati”, in cui sono collezionati diversi articoli dedicati a casi di listeria occorsi in Italia e nel mondo a causa di formaggi pastorizzati, e industriali. 

Come vedete, sarebbe semplice fare informazione in maniera corrett. Basterebbe tenersi ben informati, o anche dare solo un’occhiata alla rassegna stampa, prima di accingersi a scrivere un pezzo.

20 marzo 2017