L’alta ristorazione rilancia il “lusso della semplicità”

Ci siamo: neanche un mese, e la mattina di domenica 31 gennaio, al Milano Convention Centre di via Gattamelata a Milano avrà inizio la sesta edizione di Identità Golose, congresso italiano e internazionale di cucina e pasticceria d’autore ed evento che pone cuochi e chef, artigiani e pasticcieri del buon cibo, produttori e mass-media al centro dell’attenzione, con un occhio attento anche alla città con i ristoranti del Fuori Congresso dove prenotare per gustare grandi piatti e vivere sicure emozioni.

Tre giorni di lavori, lunedì il secondo e martedì il terzo, quando in Auditorium sfileranno gli chef della regione ospite, l’Emilia-Romagna, guidata da Massimo Bottura e Igles Corelli, e quelli della nazione ospite, la Slovenia di Tomaz Kavcic. E ancora le lezioni dedicate alle Identità di olio (domenica) e alle Identità di pasta (lunedì), con la chiusura nel segno del mondo del cioccolato e della pasticceria. E tra Sala Rosa e salotto tanti i momenti dedicati all’assaggio e alla degustazioni di vini e prodotti di qualità.

Il filo conduttore della sesta edizione sarà il “Lusso della Semplicità”, la nuova frontiera della magnificenza gastronomica che non va più intesa come un susseguirsi di piatti e di situazioni legate a ingredienti e accessori costosi, caviale e aragosta, foie gras e tartufo, posate dorate e obbligo di cravatta, sommelier con il passo da cardinali e vini presentati come reliquie sacre. Non che non siano più ottimi in sé, è che vanno intesi e consumati con un diverso approccio mentale. Non è più tempo di credere che le cose più buone sono anche le più care. Vince l’anima e non l’apparenza, il prezzo, l’esibizione fine a se stessa. Vincono il sapore e il sapere, perde il consumo acritico, esibito.

Il nuovo lusso è figlio di due fenomeni, una sempre più marcata attenzione alla qualità della vita in ogni suo aspetto, e l’alimentazione certo non può sfuggire a questo, è ripugnante sapere che tanti dedicano maggiore attenzione alla scelta dell’olio per l’auto che a quello per la loro insalata, e le angustie economiche che purtroppo spingono diversi a confondere un pasto da pochi euro con la buona tavola. Sempre c’è stata (e sempre ci sarà) una marcata differenza tra la necessità di nutrirsi e il piacere di una superba cena. Solo che non è più corretto e opportuno mangiare certi prodotti, stonano nel piatto del goloso, attento agli equilibri naturali del pianeta.

Da qui una sempre più marcata preminenza data a un carota o un pomodoro, a un pacchero o una triglia, una ricerca di visioni e realtà che tendono al primordiale, materie prime che per incarnare il nuovo lusso non basta siano di qualità eccelsa, ma devono essere anche rispettose dell’etica morale, salutistica e ambientale. E tutto quello che ci arriva dal mondo delle scienze non fa che aiutare a ridurre gli sprechi e a esaltare il gusto. Un ritorno a una creatività basata sul prodotto, terreno ideale per gli interpreti della cucina d’autore di casa nostra perché siamo il Bel Paese ma anche il Buon Paese.

Paolo Marchi
ideatore e curatore di Identità Golose

5 gennaio 2010