La direttiva europea sul tracking elettronico nella filiera agro-alimentare trova finalmente applicazione nella pastorizia a seguito della sperimentazione compiuta dal Cnr di Ispra su capi ovicaprini. La tecnologia adottata per l’identificazione del bestiame si basa sull’uso di un bolo ruminale in zirconio (contenente un trasponder utilizzabile per l’identificazione degli animali ruminanti) prodotto dalla spagnola Rumitag SL, di un piccolo terminale informatico della Honeywell (il Dolphin 9500, nella foto, poco più grande di un telefono cellulare) e di un software dedicato sviluppato dalla catanese Dacom Srl.
L’adozione del sistema permetterà agli allevatori di razionalizzare la gestione delle greggi, di ridurre i tempi di gestione di varie operazioni (conta al rientro nelle stalle, identificazione di ogni singolo capo al fine – per esempio – della somministrazione di diete o medicinali, gestione del registro di stalla, etc.) e di mettere in sicurezza i capi dal recrudescente fenomeno dell’abigeato.
L’introduzione nell’animale del bolo – che pesa 20 grammi, va posizionato nel secondo stomaco e non può essere rimosso sinché l’animale è in vita – è assai semplice: avviene per via orale grazie a un apposito e pratico strumento dotato di una sottile asta.
La lettura di ogni singolo bolo può essere effettuata in due modi: tramite postazione fissa traguardata all’ingresso della stalla o con lettore mobile funzionante con trasmissione bluetooth. La sua introduzione su larga scala è prevista nel corso di questo decennio, e grazie ad essa le marche auricolari andranno in pensione assieme alle tante incertezze e ai problemi che le hanno sempre accompagnate (primo tra tutti, l’abbandono in natura – da parte di allevatori senza scrupoli – di animali morti per malattia, dopo la recisione del padiglione auricolare).
5 gennaio 2010