
Chi sentendo parlare di diossina dovesse pensare sempre e solo alla provincia di Caserta, o a quella di Taranto, o di Brescia, ora potrà aggiungere al triste elenco anche quella di Trento.
A scoprire che l’aria non è più tanto pulita e con essa il latte delle mucche e i pesci dei fiumi e i loro derivati, sono stati dei cittadini riuniti in associazioni, tra cui i “Barbieri Sleali della Valsugana” e gli “Antipuzza di Campiello”, che recentemente hanno vinto una delle loro battaglie, contro un impianto di compostaggio non a norma.
Stanchi del gran via vai di camion per e dalla discarica di Monte Zaccon, e determinati ad andare sino in fondo nella loro sacrosanta verifica, i cittadini valsuganotti hanno commissionato le necessarie analisi ad alcuni laboratori universitari stranieri (fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, ndr) giungendo a verificare che nel latte prodotto in valle la diossina è ben presente, con composizione identica in tutti i campioni esaminati, e con vari cogeneri, di cui uno, l’ectafurano, è un derivato specifico delle emissioni industriali.
Ad essere chiamata in causa, oltre che la discarica, è ancora una volta l’Acciaieria Valsugana di Borgo Valsugana, attualmente posta sotto sequestro e affidata ad un custode giudiziario, come peraltro accaduto anche per la discarica di Monte Zaccon.
La questione è calda, e i dubbi molti. Mentre la Provincia Autonoma di Trento si è fatta in quattro per convocare i giornalisti e gli editori amici a minimizzare il fatto, la questione è già arrivata a Roma, dove a fine gennaio sono volati in tutta fretta tanto il governatore del Trentino, Lorenzo Dellai quanto il procuratore della Repubblica di Trento Stefano Dragone, convocati per un’audizione dalla commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti.
Le spiegazioni e le evidenze addotte dai due non hanno soddisfatto la commissione, tanto che nei prossimi mesi il suo presidente, Gaetano Pecorella, sarà in Trentino per avviare le necessarie verifiche sulla situazione di fatto e sulle probabili negligenze amministrative.
2 febbraio 2010