Bufala mediterranea: più femmine col “seme sessato”

Un annutolo alla nascita – foto dal sito web LittleSeedFarm.com

Pur essendo caratterizzata da valori nutrizionali assai interessanti, la carne di bufalo non ha ancora incontrato i favori dei consumatori italiani , tant’è che il sogno di ogni allevatore è quello di veder nascere femmine e solo femmine all’interno della propria azienda.

E se è vero che i sogni ogni tanto s’avverano, ecco che quello di cui stiamo parlando si concretizza in questi giorni, grazie alla collaborazione tra il Centro Tori Chiacchierini di Perugia e il Consorzio per l’Incremento Produttivo degli Allevamenti Bufalini di Salerno.

Le due realtà, grazie al coinvolgimento dell’azienda agricola Casabianca di Fondi, e alla consulenza del professor Luigi Zicarelli, preside della Facoltà di Veterinaria dell’Università di Napoli, sono riuscite a produrre il cosiddetto “seme sessato”, attraverso il quale ogni allevatore potrà d’ora in avanti assicurarsi un minimo di ottanta femmine per ogni cento capi nati.

Secondo Zicarelli, che è uno dei massimi esperti mondiali di zootecnia bufalina, «senza genetica non c’è miglioramento genetico, e senza questo non c’è azienda che possa stare al passo coi tempi».

«Finora la buona remunerazione del latte di bufala», puntualizza Zicarelli, «è riuscita a tenere in piedi le aziende, ma essendo anche questo latte agganciato al prezzo del latte vaccino, si profilano prospettive incerte, di fronte alle quali bisognerà produrne di più, lavorando sulla genetica».

La ricerca compiuta per produrre il “seme sessato” è stata condotta su bufali di razza mediterranea e garantirà agli allevatori anche la possibilità di recuperare gli investimenti, rivendendo a terzi il materiale genetico prodotto nella propria azienda.

16 febbraio 2010

la foto è tratta dal sito web www.littleseedfarm.com