Se già il latte vi piace, da oggi avete un buon motivo in più per mantenerlo nella vostra dieta. Lo sottolineano i ricercatori dell’Università di Harvard, che con un loro studio pubblicato nei giorni scorsi, hanno confermato alcune proprietà benefiche della preziosa bevanda , attestando che “tre bicchieri al giorno ridurrebbero i rischi associati a qualsiasi tipo di malattia cardiovascolare”.
Il direttore tecnico della Global Dairy Platform dell’università statunitense, Cindy Schweitzer, ha dichiarato a tale proposito che «il latte e i latticini sono i cibi più nutrienti e sani disponibili e carichi di nutrienti naturali – come calcio, potassio e proteine, per citarne alcuni – e che il mantenimento di un sano stile di vita non deve essere governato da equazioni scientifiche bensì da buone pratiche alimentari».
La ricerca condotta ad Harvard si prefiggeva l’obiettivo di “misurare” il rapporto tra il latte e le malattie cardiache, valutando le conseguenze della sua assimilazione su trecento persone adulte soprappeso. Come noto, chi superi tangibilmente il suo peso forma e chi abbia problemi di colesterolo è esposto al rischio di malattie cardiovascolari. Il risultato eclatante è che le persone sottoposte allo studio, pur assimilando elevati quantitativi di prodotti lattiero-caseari hanno perso peso più (38%) di quanti abbiano assunto gli stessi prodotti in versione “light”
Purtroppo però, a differenza di quel che lo studio dimostra, resiste una credenza diffusa secondo cui i prodotti lattiero-caseari arrecherebbero patologie cardiache. Credenza che sarà dura ad essere rimossa in quanto oltre che popolare è radicata nella stessa classe medica di base. Nel comunicare questo, i ricercatori della Global Dairy Platform hanno sottolineato come ben ventuno studi sinora condotti su circa 350mila persone hanno permesso di constatare che l’assunzione dietetica di vari tipi di grassi saturi non è da porre in diretta relazione con malattie di tipo cardiaco e cardiovascolare.
Nota della redazione
È necessario precisare che tra tutti i latti in commercio, quello da preferire è il latte crudo da distributore, che a differenza di quello pastorizzato conserva molti più nutrienti, soprattutto quando le vacche sono alimentate al pascolo e a foraggi polifiti, con piccole integrazioni concesse di natura vegetale (né insilati, né scarti dell’industria alimentare destinata all’uomo, che concorrono alla produzione dei mangimi in uso nella zootecnia intensiva o industriale).
13 gennaio 2011