Pollenzo, tesi su aflatossine e latte per Grana Padano

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24 novembre 2008 – Venerdì di lauree, lo scorso 21 novembre, presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in provincia di Cuneo, che ha licenziato altri ventiquattro dottori formati secondo le buone dottrine dello Slow Food. Tra le tesi discusse si sono fatte notare “Valutazione economica e bilancio energetico dei biocarburanti” di Laura Fruttero di Fossano, in provincia di Cuneo, “The world’s wine market” del savonese Dario Mulino, “Edible education: nascita e sviluppo di un sistema di educazione gastronomica” di Mario Stefano Traina da Sant’Agata Li Battiati, in provincia di Catania.

Tra gli stranieri si sono distinti Laura Morris di Dallas (Texas, Stati Uniti) che ha presentato lo studio “The Struggle over Sugar: Ethics and the Work of Amélie Nothomb” e il keniota Peter Namianya, con “Biodiversity Conservation on Food Sovereignty and Economic Empowerment of the Kenyan Rural Community. A Case Study on Challenges, Achievement and Opportunities”, tutti lavori da cui emerge con forza la filosofia del “Buono, pulito e giusto” che tanto caratterizza le teorie dell’associazione di Bra.

Di assoluto valore, poi, l’unica tesi dedicata alle tematiche lattiero-casearie, con la quale Tiziano Gedda di Ivrea si è laureato con il massimo dei voti: “Studio delle correlazioni esistenti tra le condizioni climatiche e la presenza di aflatossina B1 nei mangimi e determinazione del contenuto di aflatossina M1 in latte destinato alla produzione di Grana Padano”.

Lo studio, che verte su una delle maggiori problematiche della Dop più fortemente legata alla zootecnia intensiva, mette in risalto quanto in un modello di alimentazione animale di tipo industriale le condizioni meteorologiche e le pratiche agronomiche e di stoccaggio possono essere determinanti nello sviluppo di micotossine cancerogene nei foraggi e nel latte.

Per chi volesse approfondire l’argomento, il sito dell’Università di Scienze Gastronomiche mette a disposizione l’abstract della tesi