I pediatri italiani dicono “no” al Parmigiano nelle pappe

È stato un congresso che si ricorderà per anni, quello che martedì scorso ha visto riuniti, a Milano, centinaia di medici pediatri in occasione del 67esimo congresso nazionale della Sip (Società Italiana di Pediatria). Il tema centrale dell’incontro è stato quello dei bambini obesi e sovrappeso: una piaga che sta flagellando le popolazioni del Primo Mondo, e che vede l’Italia tra i primi Paesi in classifica.

La stima parla di un milione e duecentomila tra bambini e ragazzi (5-17 anni) “oversize” nel nostro Paese, il 34% dei quali si concentra nell’età compresa tra i 6 e i 9 anni. Dati tutt’altro che confortanti, quindi, quelli che hanno portato i medici a lanciare il grido di allarme. Al centro dell’incontro milanese vi sono stati i risultati del recente studio europeo “Childhood Obesity Project”, condotto in cinque nazioni europee fra cui l’Italia. Uno studio che ha già emesso la sua sentenza: il fenomeno è in forte e preoccupante crescita e bisogna intervenire ora e senza indugi.

Di fronte all’emergenza i medici non usano mezzi termini, e chiedono un sostanziale e immediato cambio di rotta nelle abitudini alimentari: è necessario che si riducano le proteine animali nei primi due anni di vita. “Stop al Parmigiano-Reggiano nelle pappe sino al compimento di un anno”, quindi, e “mai superare i 20 grammi di carne (e/o formaggio) e i 30 grammi di prosciutto al giorno”.

L’altro fronte su cui intervenire è quello del latte: una volta terminato l’allattamento al seno il latte da usare è quello ipoproteico, escludendo rigorosamente il vaccino, almeno sino al compimento dei due anni di età. Da questo punto di vista, l’osservazione delle italiche abitudini svela quello che sarebbe il nostro più grande errore: l’80% dei bimbi italiani consuma latte di vacca già a sei mesi (77% dei piccoli allattati al seno e 87% degli allattati altrimenti).

Tra i latti da escludere vi sono anche quelli artificiali ad accresciuto contenuto proteico, responsabili dell’eccesso di peso e di massa corporea rispetto ai bimbi allattati al seno o nutriti con formule a più basso contenuto proteico.

Per capire quanto sia grave la situazione, basti pensare che i pediatri della Sip non si sono limitati a inviare un messaggio allarmato ai genitori, ma hanno fatto molto di più, richiedendo all’Unione Europea un’urgente revisione delle raccomandazioni alimentari per i bambini, col preciso obiettivo di “ridurre il limite massimo di composizione proteica”. Alle industrie coinvolte nella questione, è stato inviato un fermo richiamo ad adeguare da subito il loro operato alle disposizioni indicate.

10 giugno 2011