Dall’archivio del nostro precedente sito CheeseTime (questo articolo viene pubblicato in relazione al pezzo “Arriva Colossella: la mozzarella “senza diossina”” del 27 novembre 2008)
27 marzo 2006 – Per la valle del Sacco comincia la bonifica. L’area agricola del frusinate, come si ricorderà, fu interessata nell’estate dell’anno scorso da gravi episodi di avvelenamento di vacche e latte che coinvolsero una cinquantina di aziende tra le province di Frosinone e di Roma.
All’origine dell’emergenza, i materiali di scarto della lavorazione chimica interrati in numerosi fusti negli ex siti industriali Arpa 1 e Arpa 2 nel comune di Colleferro (Roma). Il materiale col tempo ha inquinato le acque del Sacco che, con le esondazioni, ha provocato la contaminazione dei terreni e quindi dei foraggi con cui sono stati alimentati gli animali. A metà marzo l’annuncio della rimozione dei primi bidoni: l’avvio delle operazioni, previsto per la fine del mese, riguarderà nove siti e segnerà l’inizio di un piano di riqualificazione ambientale.
Per quest’area fluviale e boschiva a prevalente vocazione agricola estesa dai 20 mila ai 28 mila ettari tra i Monti Ernici e i Lepini, infatti, è prevista la trasformazione in area protetta e vincolata in base ad una legge regionale di iniziativa popolare. Un parco naturalistico legato al turismo e ad una produzione agricola sana dovrebbe risollevare gli allevatori della zona, fortemente penalizzati dall’emergenza ambientale, e portare l’agricoltura laziale a livelli competitivi nei confronti delle altre regioni. Resta ora da chiarire se la rimozione delle scorie industriali eliminerà radicalmente il problema inquinamento, perché non ci sono dati certi sui tempi di permanenza delle sostanze tossiche nei terreni interessati.