Latte crudo sì, latte crudo no, i fronti contrapposti dei sostenitori e dei detrattori della bevanda non pastorizzata hanno da oggi un nuovo argomento su cui confrontarsi, e dibattere: secondo un recente e ampio studio clinico europeo di cui dà notizia il Journal of Allergy and Clinical Immunology, il latte crudo garantirebbe ai bambini che se ne nutrano una forte riduzione del rischio di contrarre asma infantile e allergie. Pur certi della cosa, gli esperti che hanno divulgato la notizia, affermano che ancora bisognerà approfondire quali componenti del latte crudo garantiscano questi vantaggi e quali siano i meccanismi di protezione.
Lo studio, condotto su 8.334 bambini in età scolare delle regioni rurali di Germania, Austria e Svizzera, ha visto i genitori di 7.606 di essi (91%) fornire i campioni di latte da cui sono stati valutati i livelli di anticorpi (immunoglobuline IgE) specifici. Su ottocento campioni di latte vaccino, raccolto casa per casa, sono state effettuate la conta batterica e le analisi dei livelli di proteine del siero di latte, e del contenuto totale di grassi.
I casi di asma, dermatite atopica e febbre da fieno sono stati osservati in relazione al consumo di latte e ai costituenti di esso mediante l’analisi detta “di regressione multipla”. I risultati dello studio hanno portato in sostanza ad associare il consumo di latte crudo alla regressione – pur di diversa entità – delle tre patologie suddette, constatando che carica batterica e contenuto di grassi sono ininfluenti, e confermando che la bollitura del latte crudo compromette il valore protettivo dell’alimento.
Al tempo stesso la ricerca ha evidenziato come esista una relazione tra i livelli di proteine del siero di latte, l’α-lattoalbumina, e la β-lattoglobulina, inversamente associati all’asma, ma non alla dermatite atopica. Le conclusioni dei ricercatori portano a considerare un elevato effetto protettivo della frazione delle proteine del siero del latte (Bsa e α-lattoalbumina), presenti nel latte crudo e non in quello pastorizzato.
Interessante poi constatare che i bambini partecipanti allo studio hanno avuto un 41% di riduzione della loro probabilità di sviluppare asma e un 20% di sviluppare la febbre da fieno.
Commentando la notizia, il ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità Tropicale di Basilea Georg Loss, che ha lavorato a questo studio, ha tenuto a ribadire che «il latte crudo rimane ad oggi un’arma a doppio taglio: da un lato protettivo per lo sviluppo di asma e allergie, ma dall’altro possibile fattore di rischio per la salute, a causa dei microrganismi dannosi» che può contenere.
«I risultati», ha concluso Loss, «debbono spingere a ricercare nuove soluzioni tecnologiche che, pur distruggendo i microrganismi dannosi, siano in grado di conservare le componenti benefiche del latte, con l’obiettivo finale di ottenere un latte che al tempo stesso sia sicuro e protettivo per la prevenzione dell’asma».
16 settembre 2011