Melamina: è la guerra dei sequestri

Grande battage pubblicitario in Cina per il latte in polvere per l'infanzia Psd della Synutra28 novembre 2008 – Lo scandalo del “latte alla melamina”, scoppiato alla vigilia delle Olimpiadi e messo a tacere dalle autorità cinesi, sta aprendo la strada a nuovi e inquietanti sospetti. La truffa alimentare (la melamina fa risultare maggiore il contenuto proteico del prodotto ai fini di raggiungere i parametri di ammissibilità al commercio del latte, ndr) ha spinto le autorità di vari Paesi a verificare la presenza della pericolosa sostanza anche al di fuori del latte e dei suoi derivati.

La lista dei prodotti esposti a contaminazione si allarga ora anche a uova, arachidi, cioccolata, mentre sono considerati a rischio carne, pesce e formaggi.

È dell’inizio di novembre la notizia del ritrovamento di una partita di cioccolatini prodotti in Cina e introdotti illegalmente in Thailandia, con una quantità di melamina 14 volte superiore ai limiti di legge.

La gravità complessiva della situazione ha indotto la Fao a richiesto ufficialmente al Governo Cinese un’analisi dettagliata della presenza della sostanza chimica all’interno dei mangimi animali, dopo che una partita di uova sequestrata a Hong Kong ha evidenziato ai test valori doppi rispetto alla norma.

La Comunità Europea nel frattempo è corsa ai ripari, imponendo, a partire dal 26 settembre, un blocco totale per i prodotti cinesi destinati ai bambini al cui interno siano rintracciabili percentuali anche minime di latte; sotto stretta sorveglianza rimangono le merci destinate agli adulti.

L’Italia, dal canto suo, si è allineata alla direttiva comunitaria elevando i controlli sulle importazioni, e conseguendo il 16 ottobre scorso il primo risultato concreto, sequestrando nel Porto di Napoli un carico di 10 quintali di latte sospetto. A compimento dell’operazione il ministro Zaia ha annunciato un periodo di “tolleranza zero” nei confrontif delle aziende coinvolte nelle sofisticazioni alimentari.

Di fronte a tanto clamore mediatico sulla vicenda, il Governo Cinese ha pensato bene di controbattere alle accuse rendendo pubblico un elenco di aziende e prodotti stranieri che non hanno raggiunto gli standard qualitativi minimi vigenti in Cina per poter essere commercializzati in quel Paese.

Tra questi figura “Pauls”, il latte prodotto dalla Parmalat, di cui alla dogana cinese sono stati di recente sequestrate la bellezza di 14 tonnellate a causa, si dice, di una carica batterica eccessivamente alta.

La guerra dei sequestri è quindi iniziata. Sarà davvero uno strumento utile per la difesa dei consumatori? In attesa di una risposta a questo quesito, decine di famiglie cinesi colpite dalla tragedia hanno di recente intrapreso azioni legali, dando luogo ad una class action contro i produttori del “latte killer”.