Il latte industriale si fa largo con la pratica delle menzogne

alt“Produrre di più consumando di meno” e con la dovuta attenzione all’ambiente: è il refrain con cui le lobby legate alla produzione di latte industriale hanno martellato i media a cavallo tra la fine del mese di ottobre e i primi di questo novembre, col fine di far arrivare ai consumatori l’idea di una possibile condotta ecologica delle produzioni intensive. Niente di più falso.

L’occasione per tornare sull’argomento è stata offerta dal convegno internazionale del latte “Summilk” (sponsorizzato da alcune tra le più grandi firme del settore, qui sotto nell’immagine), tenutosi di recente a Parma per sostenere la logica dei mega-allevamenti e delle razze specializzate ed iperproduttive.

Le realtà che hanno sostenuto il recente Summilk di ParmaSu queste tematiche abbiamo coinvolto uno dei massimi esponenti di foraggicoltura, attento alla biodiversità e al vero benessere animale, Fausto Gusmeroli, ricercatore presso la Fondazione Fojanini di Studi Superiori di Sondrio, che ci ha onorato di alcune sue preziose riflessioni sul tema…

E il prestigiatore estrasse il coniglio dal cilindro!
di Fausto Gusmeroli

Sembra proprio di assistere ad un gioco di prestigio: la zootecnia intensiva che per diventare più sostenibile si intensifica ancora di più! Meno bovine in stalla, si propone, ma più produttive, per ridurre le emissione di gas serra. Il discorso merita qualche precisazione, necessaria ad allargare la riflessione e smascherare il trucco.

• Aumentare la produttività di animali già molto produttivi non è facile. Come giustamente si dice nell’articolo, occorre agire tanto sul fronte del miglioramento genetico, quanto della razione alimentare. La genetica può aiutare ad ottenere soggetti con una migliore efficienza produttiva, ma questi animali necessitano di quote maggiori di alimenti concentrati nobili (cereali e legumi) per innalzare la densità nutritiva e la digeribilità della razione.

• Più gli animali sono produttivi, più occorre potenziare il controllo e l’efficienza di tutto il sistema di allevamento: dagli ambienti, alle attrezzature, alla professionalità delle maestranze. Inoltre, i soggetti ad alta genealogia sono molto più delicati, si ammalano più facilmente e sostengono pochissime lattazioni, andando così ad aggravare le spese sanitarie e la rimonta. Tutte queste  richieste divengono presto improponibili negli allevamenti di piccola o media dimensione.

• L’impiego di cereali e legumi nell’alimentazione degli animali crea la nota competizione food vs feed, ossia pone l’alternativa nella destinazione delle terre tra uso umano e zootecnico. La trasformazione zootecnica dei vegetali comporta un enorme dispendio di acqua e energia e aumento delle emissioni di gas serra.

• La produzione di cereali e legumi nelle agricolture intensive di oggi avviene con bassi rendimenti energetici e impiega elevate quantità di materiali di sintesi (concimi e pesticidi), i quali, oltre a incrementare le emissioni di gas serra, lasciano residui più o meno tossici nell’ambiente. Una quota preponderante di essi (soia in particolare), inoltre, è GM (geneticamente modificati), ciò che dilata ulteriormente i rischi di carattere ambientale e sanitario.

Come si vede le cose sono diverse e un po’ più complesse di quanto si vuole far credere. I conti vanno fatti bene, prendendo in considerazione tutti gli aspetti direttamente o indirettamente coinvolti. Da questo punto di vista Il metodo del ciclo di vita è senz’altro interessante, purché ovviamente sia applicato con correttezza.

Se davvero si vuole rendere il sistema zootecnico sostenibile bisogna tuttavia cominciare a riposizionarlo in coerenza con il ruolo che la natura ha assegnato ai ruminanti, ossia quello di trasformatori di foraggi. Questo è il caposaldo della sostenibilità, che risparmierebbe energia e acqua, ridurrebbe le emissioni di gas serra e altri inquinanti e aumenterebbe la disponibilità di cibo per l’umanità. Esattamente la via opposta all’ulteriore intensificazione degli allevamenti.

Fausto Gusmeroli 

11 novembre 2011