Una volta si diceva “la fantasia al potere”, e una certa rappresentanza di chi fece suo quello “slogan” – così in voga vent’anni fa – lavora oggi come creativo pubblicitario sfornando campagne di persuasione più o meno occulte. Immancabilmente a vantaggio delle industrie e alle spalle dei consumatori; o perlomeno di quelli meno attrezzati nell’esercizio del dubbio.
Un mondo da cui provengono sempre un mix di informazione (a volte poca e manipolata) e di fantasia (talvolta in eccesso), spesso tollerabile e a volte molto meno: soprattutto quando la creatività va a sfiorare il confine dell’illecito e dell’ingannevole. Beh, stavolta abbiamo la sensazione che si sia davvero passato il limite, proprio ora che i “consumatori” chiamati a “bersi” la proposta di turno sono gli allevatori.
Ancor prima che si sappia cosa contiene l’ennesimo integratore per bovini, l’azienda che a breve inizierà a commercializzarlo spara attraverso la stampa specializzata la sua campagna pubblicitaria. Che come già accaduto in passato promette risultati miracolosi, e stavolta la promessa è quella di aiutare gli animali d’allevamento – in primo luogo i bovini – a superare le calure estive con quella che è presentata – udite udite – come “una vera e propria azione rinfrescante dall’interno” dell’animale. Sì, avete letto bene: gli animali, come spiega la pubblicità della Purina (vedi qui), si potranno “rinfrescare dal di dentro”, vale a dire che anziché trovare sollievo nelle più comuni ed efficaci metodiche che intervengono sull’ambiente e sull’organismo (ma dall’esterno), stavolta i mangimisti (di Purina appunto in collaborazione con la famigerata Cargill) propongono di alterare il metabolismo delle bestie (probabilmente, ma non è dato ancora saperlo) attraverso l’introduzione nella dieta di sali potassici, tamponi, minerali e complessi vitaminici verosimilmente associati ad amminoacidi come la colina e la niacina.
Il tutto per aumentare la diuresi degli animali e quindi il ricambio idrico e, di riflesso, comportare un abbassamento della temperatura corporea dell’animale entro i limiti. Quando altrimenti si potrebbe più semplicemente ventilare la stalla, rinfrescandola, e al contempo irrorare i capi presenti con acqua nebulizzata o “a doccia”, intervallando quella con correnti di vento generate da ventilatori. Troppo semplice forse. O troppo lontano dagli interessi di chi vende mangime.
Un concetto quindi non rivoluzionario – ma espresso in maniera discutibile – quello del “rinfrescare dal di dentro”, che ha trovato una visualizzazione non del tutto condivisibile, laddove la vacca è raffigurata come uno scatolone (ovvero stampata su uno scatolone) dal cui interno spunta… un climatizzatore domestico!
La fantasia è al potere? Se questo è quanto, preferiremmo sinceramente farne a meno.
12 maggio 2012